cretinodicrescenzago reviewed Warriors of Mars by Michael Moorcock (Kane of Old Mars, #1)
Quando scoprii di essere troppo radical chich per il planetary romance
3 stars
Settembre è divenuto il mese in cui leggo romanzi leggeri di avventura fantastica (Platea: "Perché, leggi anche altro?" Io: "TACETE") e a questo giro mi sono tuffato nella trilogia del professor Michael Kane scritta da nonno Moorcock, riassumibile in "scrittore hippie degli anni Sessanta che batte cassa scrivendo planetary romance retro in stile anni Dieci". E ciò è sia bene sia male, ma più che altro male. Male, perché avendo già letto anche i romanzi non-planetary romance-ma-quasi di C.L. Moore e Henry Kuttner, mi sento di affermare che gli stilemi del genere siano tremendamente triti, e che a leggerne un esemplare li hai letti tutti: è sempre la solita "letteratura del caz*zo" (termine tecnico) in cui l'eroe bello nobile e palestrato finisce per ragioni pretestuose in un mondo fatato e il suo intervento provvidenziale risolve un conflitto militare dettato anche da blande macchinazioni spionistiche-religiose, e tutto si chiude …
Settembre è divenuto il mese in cui leggo romanzi leggeri di avventura fantastica (Platea: "Perché, leggi anche altro?" Io: "TACETE") e a questo giro mi sono tuffato nella trilogia del professor Michael Kane scritta da nonno Moorcock, riassumibile in "scrittore hippie degli anni Sessanta che batte cassa scrivendo planetary romance retro in stile anni Dieci". E ciò è sia bene sia male, ma più che altro male. Male, perché avendo già letto anche i romanzi non-planetary romance-ma-quasi di C.L. Moore e Henry Kuttner, mi sento di affermare che gli stilemi del genere siano tremendamente triti, e che a leggerne un esemplare li hai letti tutti: è sempre la solita "letteratura del caz*zo" (termine tecnico) in cui l'eroe bello nobile e palestrato finisce per ragioni pretestuose in un mondo fatato e il suo intervento provvidenziale risolve un conflitto militare dettato anche da blande macchinazioni spionistiche-religiose, e tutto si chiude con l'amore a prima vista di eroe e splendida donna autoctona – ovviamente ignuda, perché gli autoctoni del mondo fatato vanno in giro ignudi. Probabilmente mi aspettavo che il giovane Moorcock avesse almeno un po' reinterpretato il genere, anziché riproporre pedissequamente la poetica del "padre fondatore" Edgar Rice Burroughs, ma mi aspettavo troppo: è già tanto che fra il popolo "cattivo" ci sia almeno un guerriero nobile, e comunque l'interesse amoroso è ovviamente una nobildonna WASP contrapposta alla perfida condottiera "mediterraneo-semita" del popolo "cattivo" – siamo ben al di sotto dei piccoli ma significativi tocchi di scavo psicologico cui ci hanno abituati Moore e Kuttner (che pubblicavano circa 15 anni prima) e sinceramente non fatico a immaginare una ri-narrazione dei fatti dalla prospettiva dell'antagonista, nella tradizione della "seconda generazione di heroic fantasy". Concedo un 3/5 al pelo perché la prosa del giovane Moorcock non è male e fluisce via liscia (ed è il bene che accennavo prima), pur mancando tragicamente dello squisito tocco pittorico che pochi anni dopo avrebbe caratterizzato Phoenix in Obsidian, e perché quantomeno si è fatto lo sforzo di giustificare il superomismo del professor Kane tratteggiandolo come un genio poliedrico che è fisico-ingegnere, campione olimpionico di scherma e reduce del Vietnam, evitando almeno un po' l'effetto Gary Stu. Francamente non so se continuerò la serie...