cretinodicrescenzago reviewed The Warhound and the World's Pain by Michael Moorcock (Von Bek, #1)
Fantasy storico composto come romanzo tardo cavalleresco <3
5 stars
Content warning Commento esplicito ai toni del finale
Fra 2019 e 2020 fa mi sono sciroppato la celebratissima serie sword and sorcery di Elric di Melniboné, considerata il capolavoro di Michael Moorcock, e l'ho trovata estremamente sgraziata e altalenante; il mese scorso ho voluto dare una seconda chance al Nostro con la sua semisconosciuta dilogia fantascientifica di Karl Glogauer (Behold The Man e [book:Breakfast in the Ruins and Other Stories) e l'ho adorata; morale, ora mi sono arrischiato a leggere la dilogia di fantasy storico dei Von Bek, che inizia con questo The Warhound and the World's Pain, e mi è piaciuto moltissimo (sarebbero 4,5 stelle, in realtà, ma arrotondo volentieri!).
Il romanzo, per parte mia, è geniale su almeno tre livelli diversi: in primo luogo si svolge nella Germania della Guerra dei Trent'Anni, finge di essere l'autobiografia del protagonista (tecnica che adoro) e costruisce il proprio immaginario magico sulle vere superstizioni del tardo Rinascimento-primo Barocco, con un tripudio di filosofi naturali, santoni, diavoli e streghe, animali meccanici e scenari da romanzo cavalleresco con tocchi qua e là di fate leziose; in secondo luogo intreccia assieme, rivoltandoli su sé stessi, i seminali motivi narrativi del patto col diavolo e della cerca del Graal, giacché il nostro eroe capitano Ulrich von Bek viene assunto da un Lucifero in crisi d'identità e incaricato di recuperare il Graal affinché Lucifero sia riammesso in Paradiso (credetemi, ha senso); in terzo luogo, la cerca del Graal condotta dal buon Ulrich si sviluppa come una sequela di episodi vivaci e ben ritmati, come nei migliori romanzi picareschi, ciascuno dei quali sintetizza squisitamente scenari fantasmagorici con probabile sottotesto allegorico e arguti dialoghi di meditazione sulla natura umana e il senso della guerra fra Paradiso e Inferno, culminando in un finale appagante che sarebbe piaciuto a Tolkien — non c'è eucatastrofe migliore di Dio che incarica Lucifero di educare gli umani a vivere in Armonia con il cosmo, in particolare accettando la mortalità. Aggiungiamo poi che Ulrich, Grigoriy, Klosterheim, Philander, Sabrina e lo stesso Lucifero sono personaggi adorabili, statici sì ma perfetti per un romanzo cavalleresco sui generis, e che il testo strabocca di allusioni alla cosmogonia che Moorcock aveva già elaborato nel ciclo di Elric, il che restituisce con successo la sensazione di un singolo episodio in un arazzo più vasto – arazzo che avrò piacere di dipanare continuando le mie letture moorcockiane.